venerdì 11 settembre 2009

Nucleare addio

La notizia che ho appena scaricato da La Repubblica (http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/economia/elettricita-vw/elettricita-vw/elettricita-vw.html ) è sensazionale: è il "deProfundis" a tutte le smanie filo nucleariste dei nostri ed altrui governanti.

In sintesi, la Volkswagen si è accordata con un produttore di elettricità tedesco, per la produzione e la commercializzazione di mini-cogeneratori domestici, riconvertendo, a quest'uso, il motore della Golf , alimentata a metano.

Il piano industriale, che sarà attivo a partire dal 2010, prevede la vendita di 100.000 impianti che, una volta installati in altrettante abitazioni, forniranno, ai condomini, calore , acqua calda ed elettricità, con una efficenza termodinamica elevatissima (oltre l'80%) e l'elettricità non usata direttamente dai titolari, sarà immessa in rete e venduta.

Il piano finanziario previsto è alla portata di tutte le tasche ( un investimento di 5.000 euro) e gli ingombri dell'impianto sono assolutamente confrontabili con quelli di una normale caldaia.

Poichè il motore della Golf ha una potenza di 150 chilowatt (KW), la potenza complessiva delle prime 100.000 centraline VW, sarà pari a 15.000 megawatt, pari a quella di due grandi centrali nucleari: inutile sottolineare che gli impianti VW non avranno problemi di scorie radioattive, di proliferazione nucleare e di rischi catastrofici.

Inoltre, in Germania , sarà già possibile usare come combustibile, il bio metano ricavato dalla fermentazione anaerobica di scarti di cucina, fanghi depurazione, scarti agricoli. In questo caso, nessun contributo alle emissioni di gas serra ( il bilancio è neutro) e nessuna sudditanza con Gheddafi e Putin.

Quello che mi fa pù rabbia è che, trent'anni or sono, la stessa idea ( battezzata TOTEM) è venuta ad un ingegnere della Fiat che utilizzava, esattamente per gli stessi scopi e con lo stesso combustibile, il motore della 127.

Non se ne fece assolutamente nulla. Allora, nessuno era interessato.

Pensate che stavolta il ministro Scaiola, la Fiat, l'ENEL possano essere interessati

Gennaro Esposito

1 commento:

Gianluca ha detto...

Il prof. Luigi Sertorio, ha calcolato che per coprire il 25% del fabbisogno energetico italiano, occorrerebbero ben 24 centrali (Gaia, n. 40)!
Dove?!?
L'Italia, là dove sono presenti le caratteristiche morfologiche per questo genere di impianti (copiosa fonte d'acqua, stabilità geologica, scarsamente abitata), non ha molti spazi per un numero così alto di centrali. Non li ha, a dire il vero, neanche per un numero ben inferiore.
Gli svantaggi ingenerati dalla perdita di attrattiva turistica delle zone interessate (sono svariati chilometri di coste) sarebbero dei costi aggiuntivi che, se ce ne fosse ancora bisogno, affossano sotto tutti i punti di vista una visione nuclearizzata dell'Italia futura.
La Francia, patria dell'atomo 'energetico', ha consumi maggiori dei nostri in quantità di petrolio, mai si sono affrancati dall'estero, come vorrebbero farci credere i tanti venditori di questo affare; l'uranio a buon prezzo è a fine vita: gli approvigionamenti francesi, è noto, sono legati al circuito militare che tra smantellamenti e 'rinnovi flotte' ne ha messo a disposizione parecchio. Finita anche quella cuccagna, i prezzi saliranno e noi dovremo acquistarlo, ne più e nè meno di come facciamo con il petrolio.
In cosa ci saremmo affrancati dall'estero?
In tecnologia? E' francese.
Nella processazione dell'uranio per uso termoelettrico? E' una tecnologia che sta in pochissime mani, di certo non le nostre, di certo in buona parte militari. Che bel club ci stanno scegliendo questi nostri governanti: il club degli stati armati. E dovremmo invece ripudiare la guerra, così scrissero più di sessant'anni fa.

Se fossimo capaci di dirottare le immense risorse delle spese militari, di gestione dei rifiuti e di produzione energetica in investimenti massicci in ottimizzazione e ammodernamento della rete distibutiva e cogenerazione multimodale di energia (l'esempio di questo post, il motore generatore, è uno dei "multi" modi), avremmo un futuro di sicuro meno costoso e, quel che conta, più pulito e lungimirante.
Spetta a noi scegliere, ma bisogna sapere.

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